CASTEL CAMPAGNANO
Delineare la storia di un piccolo paese come questo non è lavoro semplice per gli esperti del settore in quanto scarse sono le fonti e i documenti da cui trarre le informazioni. Quanto segue è un lavoro basato esclusivamente sui pochi documenti disponibili e non dà credito alle molte leggende che aleggiano sull’abitato.
La ricerca parte ovviamente dalle origini del nome. Molto probabilmente, come per i paesi circostanti, il nome deriva dall’antroponimo campanius con il suffisso di appartenenza –anus. Proprio come Campagnano il paese è citato nelle Pergamene dell’Archivio Vescovile di Caiazzo mentre l’attuale toponimo risale in maniera ufficiale al 1862, quando fu aggiunto quel “Castel” che doveva servire per evitare omonimie con altri paesi della giovane Italia.
Castel Campagnano è citato, per la prima volta, in un documento risalente al 979 che sarebbe la Bolla di investitura di Stefano Menecillo a vescovo di Caiazzo. Dal documento apprendiamo che già allora l’abitato contava ben tre chiese e da ciò si può dedurre che il territorio fosse abitato anche precedentemente questa data. Questa deduzione trova conferma nel fatto che è anche documentata la presenza di una villa romana al margine sud dell’attuale abitato e, di conseguenza risale a molto prima la nascita del piccolo centro rispetto alla convenzionale data di fondazione.
Bisogna poi compiere un notevole balzo in avanti e arrivare al 1197 per poter trovare nuovo riscontro del toponimo nelle pergamene caiatine. Per i due secoli che intercorrono tra le citazioni possiamo solo immaginare che l’abitato abbia seguito le vicende che coinvolsero Caiazzo con i Logobardi prima e i Normanni dopo.
Il documento del 1197 riguarda una donazione alla chiesa di Santa Maria di Caiazzo di un tenimentum che si trovava proprio nel territorio di Campagnano da parte del milite Giovanni Stinconio, in procinto di partire per la Terra Santa.
Altro interessante documento è datato 1210 e con esso il vescovo Giovanni concede a Pietro, figlio di Maria, un terreno posto ai confini del feudo di Caiazzo in località Campagnano vicino alla chiesa di San Marco. L’importanza di questo scritto è proprio la citazione di questa chiesa che, in precedenza non era stata elencata nella Bolla di Santo Stefano. La stessa chiesa è poi citata nelle Rationes Decimarum nell’anno 1326. In seguito non si hanno altre notizie relative alla chiesa anche se è interessante segnalare l’esistenza, nell’attuale abitato, di un quartiere che, forse non casualmente, è denominato San Marco.
Per il periodo svevo non abbiamo notizie certe riguardanti l’abitato anche se lo storico Melchiori riporta che in questo periodo Campagnano, insieme ad Alvignanello e Squille, faceva parte della Baronia di Ruviano che nel 1243 fu concessa a Giovanni di Presenzano ma nel documento di concessione non è specificato il territorio compreso nella stessa baronia e pertanto non è possibile verificare la veridicità della notizia.
Con la dominazione angioina sul territorio ricompare anche Campagnano nelle pergamene caiatine con una donazione alla chiesa di Caiazzo di un possedimento da parte di un tale Bartolomeo Ferrario.
Secondo lo storico Marrocco, nel corso del XIV Campagnano era posseduto dall’abbazia di San Salvatore Telesino con Alvignanello e altri sette feudi. Alla fine del Trecento, nella guerra tra Luigi d’Angiò e Carlo III di Durazzo, vi fu un episodio accaduto a Castel Campagnano. Infatti proprio qui furono catturati due uomini fedeli a Luigi.
Circa un secolo dopo, nel 1461, Campagnano insieme ad Alvignanello e Squille era posseduta da Giovanna di Celano. In quello stesso anno Ferdinando concesse Campagnano, Alvignanello e Squille, per ribellione di Giovanna, a Roberto Sanseverino, cui donò anche la contea di Caiazzo, già posseduta dai suoi avi, per l’impegno profuso nelle guerre contro i ribelli del Regno. Da questo momento i detti paesi furono aggregati sempre nei vari passaggi di feudalità nella contea di Caiazzo, fino all’abolizione delle servitù feudali nel 1806.
Successivamente la storia del piccolo abitato vive un altro momento decisivo nel 1860 con la famosa battaglia del Volturno che vide combattere garibaldini contro borbonici. Dopo l’Unità d’Italia la storia del comune segue le vicende del neoregno, non registrando eventi importanti.
Risulta chiaro che Castel Campagnano, come i centri circostanti, non ha avuto una storia segnata da eventi eclatanti ma sicuramente tracce interessanti del passato sono visibili sul territorio e, proprio tali tracce potrebbero essere importanti per il futuro del paese.
Natascia Marini Ricci
| |||
|